Martin Parr, Francesca Chiacchio, Giorgio Galimberti, Stefano Mirabella ed Eolo Perfido ci parlano di uno dei generi fotografici più diffusi e amati.

La street è una bella via d'accesso al reportage, si può fare sotto casa, non richiede necessariamente attrezzature costose ed è una scuola di discrezione, di composizione, di tempismo e di ricerca dell'originalità.
Abbiamo rivolto qualche domanda e chiesto qualche consiglio a chi questo genere lo pratica quotidianamente, in alcuni casi da decenni, e ad altissimi livelli, sperando di riuscire a contagiare qualcuno di voi lettori a intraprendere la “strada della fotografia di strada”. Ecco cosa ci hanno risposto Francesca Chiacchio, Giorgio Galimberti, Stefano Mirabella, Eolo Perfido e Martin Parr, che ringraziamo per aver trovato il tempo e l’entusiasmo per condividere con noi e i lettori, esperienza e passione per la fotografia.
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Quale fotocamera usi e perché la ritieni quella più adatta per affrontare questo genere di ripresa?
Scatto con una Fujifilm X-T20, che ritengo essere un buon compromesso per dimensioni, peso ed ergonomia. Inoltre è a ottica intercambiabile, per me un vantaggio rispetto alle fotocamere con obiettivo fisso spesso utilizzate per praticare questo genere di fotografia. Mi sono accostata a Fujifilm principalmente per il timbro immagine, in termini di colori e contrasti, delle sue fotocamere, che a mio avviso si sposa alla perfezione con il genere della street photography.
Particolari preferenze riguardo la focale?
Io utilizzo un 18 mm (che equivale a un 27mm su full frame): di questa focale mi piace l’ampiezza dell’inquadratura e il fatto che si possa fotografare con una profondità di campo tanto estesa da rendere perfettamente a fuoco (e quindi parimenti importanti nell’immagine), ad esempio, due soggetti posti su piani differenti. Cosa meno scontata già con il 35mm, figuriamoci con le focali più lunghe.
Che consiglio daresti a chi volesse approcciare a questo genere fotografico?
La street è come uno sport agonistico, più lo pratichi e più diventi bravo. Consiglio di scattare il più possibile e nelle condizioni più disparate, sia come luce che come contesto. Per me il migliore allenamento è stato partecipare ad eventi, dove le persone sono di solito ben disposte a essere fotografate e si scatta senza avere la pressione della reazione di chi si fotografa. Inoltre, durante gli eventi ci sono anche più occasioni per comporre scene più complesse, con più soggetti all’interno dell’inquadratura.

Le tue immagini sono spesso caratterizzate dalla presenza di luce flash, anche in pieno giorno. Ci spieghi perché?
Dopo i primi anni a scattare in strada, ho iniziato a provare a utilizzare il flash, incuriosita dagli effetti (tra cui quello del “congelamento” del soggetto) ottenibili con questo accessorio. Padroneggiarne l’uso non è stato così immediato e semplice come pensavo, ma ora non riesco quasi più a farne a meno. Mi piace molto, ad esempio, illuminare i soggetti principali della scena lasciando gli altri in penombra, sortendo in questo modo quasi un effetto cinematografico.
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